Mi ricordo da ragazzo di aver letto su sollecitazione di un mio professore del liceo “Avere o Essere” di Erick Fromm, che nella sua analisi faceva questa considerazione sulla società occidentale di allora: “tu più hai e più sei”, dunque, potremmo dire, più possiedi, più esisti. Un’ affermazione in cui la dimensione etica dell’esistenza risultava fortemente annichilita.
Sono passati oltre trent’anni da allora, ma a me sembra che oggi questo annichilimento si sia ulteriormente approfondito: infatti in questa nostra società contemporanea, sempre più orientata verso l’effimero, l’individuo per esistere è costretto ad apparire; dunque parafrasando Fromm potremmo dire: “più sei visibile, più esisti”, cioè, più appari e più sei.
Assistiamo impotenti al sopravanzare della dimensione estetica su quella etica, che predilige anche nei rapporti tra le persone una concezione eventistica della relazione che spinge a rapporti occasionali in luogo della ricerca di rapporti costanti e continuativi; così alla ricerca di relazioni profonde fondate su rapporti umani sostanziali e duraturi, sull’intesa dei pensieri, sulla condivisione dei valori e delle prassi, si sta sostituendo una relazione di superficie, che bada all’apparire più che alla sostanza.
Dove stanno allora le ragioni del nostro vivere quotidiano e dove si fondano i valori che ci fanno riconoscere come soggetti attivi, membri di una società civile e responsabile?
Credo che sia tempo di riaffermare con forza le ragioni del nostro agire sociale; le esperienze di questi giorni ci insegnano che c’è una fetta importante della società civile che sta cercando forme idonee per riaffermarle e nel nostro piccolo questo cammino può essere un inizio.
Oggi abbiamo incontrato i ragazzi di una scuola media a Trecate; nel pomeriggio raggiunta Vittuone, altri allievi ci attendevano, questa volta bambini delle Scuole elementari e poi a sera l’incontro con la popolazione adulta; con tutti, con linguaggi diversi, si è parlato di memoria, di cosa è il ricordo e soprattutto di cosa serve ricordare: pensieri semplici, sensazioni ed emozioni che proviamo e che sentiamo di condividere, che ci fanno sentire vivi e ci fanno dire che noi insieme siamo.
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