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A piedi attraverso l’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca e la Polonia per parlare di memoria…

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SORRISO ovvero MERCOLEDI’ 2 MARZO

Tappa lunga e di trasferimento quella di oggi, senza soste, da Busseto a Parma; le previsioni meteo ci preannunciavano brutto tempo, con neve e abbassamento delle temperature, invece ci svegliamo in un’alba serena con un clima già primaverile. Ed è dunque con un primo sorriso che iniziamo questa giornata: questo viaggio ci sta insegnando ad accettare le cose che succedono così come vengono, senza prendercela, ma camminare con il bel tempo è sicuramente tutta un’altra cosa.

Sorridere fa bene a te e fa bene agli altri, lo stiamo sperimentando giorno per giorno, ricevendo e scambiando sorrisi con la gente che incontriamo: sorrisi di simpatia, sorrisi di incoraggiamento, sorrisi stupiti, sorrisi di intesa, sorrisi energetici.

Ce ne stupiamo ogni giorno, ma l’atto stesso del camminare ha il potere di generare rapporti empatici con gli altri; non credo sia solo per la stravaganza dell’andare a piedi in questa società che si sposta con mezzi sempre più veloci, è piuttosto una questione legata al fattore tempo, al fatto che camminando, andando lentamente, si creano le condizioni per l’incontro e per far crescere una relazione, ci si dà il tempo perché questo possa avvenire. Ed ecco che un sorriso diventa la porta di accesso per iniziare a conoscersi, a capirsi e a condividere.

Intanto il cielo si è improvvisamente annuvolato, soffia un vento gelido, ma fortunatamente non piove; giungiamo a Soragna, il cartello di ingresso dice “Soragna, il paese dei nasi”: una signora ci ferma per sapere dove stiamo andando: con le nostre racchette e scortati dalla polizia stradale, non passiamo inosservati quando attraversiamo i centri abitati. Le raccontiamo del nostro cammino e chiediamo in cambio spiegazioni sul paese dei nasi; ci risponde dicendo che ha Soragna si fa una gara che premia chi ha il naso più importante, una sorta di concorso di bellezza di nasi; mi guarda, mi sorride e conclude con il suo accento emiliano “cosa vuole farci, qui siamo un po’ matti”.

Intanto il tempo peggiora, cade qualche sparuto fiocco di neve, la polizia stradale che ci scorta ci comunica che su Bologna sta cadendo una grossa nevicata e c’è il traffico in tilt, parlano di oltre cento chilometri di coda; in effetti dopo poco transitiamo su un cavalcavia che attraversa l’autostrada, auto e camion sono fermi, un lunghissimo serpente immobile che si perde fin dove arriva lo sguardo: sorridiamo, questa volta il nostro camminare lento è sicuramente più efficace.

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