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A piedi attraverso l’Italia, l’Austria, la Repubblica Ceca e la Polonia per parlare di memoria…

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LUCIDITA’ ovvero MERCOLEDI’ 16 MARZO

Da Trento a Laghetti

16 marzoPartiamo sotto un diluvio d’acqua per raggiungere l’Alto Adige, ci muoviamo con fatica intabarrati nelle mantelle antipioggia. Sbagliamo strada e saltiamo l’aggancio con la pista ciclabile, ci troviamo in piena statale del Brennero, nel tratto a quattro corsie, abbiamo perso il contatto con la polizia stradale e con il nostro mezzo d’appoggio, camminiamo per cinque chilometri contromano, sul ciglio della strada sotto la pioggia e con i camion che ci riversano addosso l’acqua delle pozzanghere. In questa situazione frastornante e folle sembra uno scherzo del destino considerare la parola lucidità.

Ma poi mi rendo conto che proprio in momenti in cui ti trovi in una condizione di disagio, diventa necessario sapere pensare lucidamente ed essere strategici, prevedendo azioni e conseguenze prossime e future; al tempo stesso però mi dico che la lucidità è necessaria a chi a tavolino progetta un qualcosa da realizzare successivamente.

Mi chiedo all’improvviso se nei campi di sterminio nazisti la lucidità faceva parte del bagaglio caratteriale più delle vittime o più dei carnefici; probabilmente di entrambi ma con tempi e modi differenti.

A pelle la parola lucidità mi dà sensazioni contrastanti di sicurezza e minaccia, con una prevalenza della seconda sulla prima.

Sicurezza in quanto la lucidità mi appare la giusta risposta per evitare la caduta in una condizione di panico; minaccia in quanto una mente lucida votata ad agire per perseguire un proprio scopo è in grado di compiere azioni di una freddezza e di una spietatezza inaudite. Adesso la parola lucidità mi richiama immagini che hanno a che fare con la lucentezza e la freddezza dell’acciaio inossidabile: mi vengono in mente le moderne sale operatorie, i lettini, gli strumenti chirurgici lucidi e taglienti, la pulizia asettica…provo un bisogno tremendo di umanità e di calore.

Siamo stanchi e bagnati dopo otto ore di cammino sotto la pioggia, desideriamo asciugarci, fare una doccia bollente e mangiare qualcosa di caldo. A Laghetti di Egna troviamo un’accoglienza straordinaria da parte degli Alpini e del gruppo dei volontari dei Vigili del Fuoco; un’accoglienza piena di affetto e di simpatia che si trasforma subito in festa con cibo, chiacchere, musica e vino, tanto vino. La lucidità questa sera ha ceduto il passo al calore della festa e all’alcool del vino.

Siamo felici, ci sentiamo parte di un’umanità che amiamo.

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